Il progetto “i 50 sindaci” che qui presentiamo, è la prima iniziativa della Fondazione Cusani ONLUS, creata a Roma 13 anni fa e che dal 2018 ha trasferito la propria sede a Napoli (www.fondazionecusani.it)
Il lavoro al progetto è iniziato nel settembre 2020 con la collaborazione di Vittorio Acocella, ex manager banco Napoli e vice presidente della Fondazione che, in qualità di formatore, è l’autore del capitolo DESS – Distretto di Economia sociale e Solidale.
Determinante è stato il contributo alla nascita del progetto “i 50 sindaci” di competenze e di idee degli esperti Carmine Arnone, Davide Barba, avvocato, Massimo Cerrito, fondatore e presidente Festival Barocco, Giuno d’Ecclesiis, sociologo dell’Innovazione e di Economia Digitale, Carlo Ercolino esperto di internazionalizzazione, Franco Malvano ex questore e prefetto ed esperto nelle politiche di sicurezza e Antonio Prigiobbo ideatore e fondatore e driver Community NAStartUp, Carmine Arnone, operatore culturale. Tutti operano nell’Associazione “Napoli del Fare e del Sapere”, coordinata da Massimiliano Cerrito, che dialogherà con i napoletani attraverso il sito www.i50sindaci.it .
Un’associazione che, nell’ambito del progetto, potrebbe rappresentare un comitato tecnico scientifico delle eccellenze napoletane che, attraverso le proprie competenze, esperienze e conoscenze, regali a Napoli, attraverso i rappresentanti istituzionali, una consulenza che abbia il fine di ottimizzare risorse e progetti per migliorare la vivibilità della città, così come fatto da Renzo Piano che ha donato alla sua Genova il progetto del nuovo viadotto che ha sostituito il ponte Morandi.
Tutti possono scrivere a info@i50sindaci.it offrendo il proprio contributo di idee, muovendo critiche costruttive, ponendo domande e stimolando sollecitazioni con le quali arricchiremo il progetto.
Sarà la prova concreta della Democrazia Partecipativa sulla quale abbiamo impostato il progetto che ha il titolo” i 50 sindaci“, perché da soli non si va da nessuna parte, come questa terribile pandemia ci ha insegnato.
HA FALLITO “L’UOMO SOLO AL COMANDO”
Siamo partiti dalla considerazione che negli ultimi 30 anni la gestione del Comune di Napoli con L’UOMO SOLO AL COMANDO è stata fallimentare.
STRUTTURA EFFICIENTE
Di contro quando una struttura è efficiente ed esperta nonostante il vertice non lo sia, i risultati sono positivi.
Ovviamente, se anche il vertice è valido, i risultati sono ancora migliori!
I 50 SINDACI DI NAPOLI 2021
Dalle 2 precedenti considerazioni è nata, in occasione dell’elezione comunali a NAPOLI nel 2021, l’idea “I 50 SINDACI”, un concetto che rivoluziona il ruolo Sindaco che, riteniamo, debba essere il “primus inter pares” e non più il MESSIA CHE SALVA NAPOLI !!!
Infatti, dalle esperienze passate si è visto che anche le migliori decisioni sono realizzate male, se le persone che compongono la struttura non possiedono i valori fondamentali, ossia:
Ecco la svolta innovativa del progetto “I 50 SINDACI”, un numero simbolico di una “formazione” che dovrà supportare e amministrare Napoli, composta dal Sindaco, dalla Giunta comunale e dalle 10 MUNICIPALITA’ rappresentate dal relativo presidente e i suoi assessori.
Il Comune realizzerà i progetti che interessano tutta la città e le Municipalità, più vicine ai cittadini, attueranno i progetti della Giunta con deleghe e risorse economiche, oltre a quelli specifici del proprio territorio (arredo urbano, cultura, sociale etc.).
La finalità è di valorizzare le eccellenze delle proprie strutture amministrative e nel contempo coinvolgere i cittadini con una DEMOCRAZIA PARTECIPATA che garantisca una SICUREZZA PARTECIPATA.
SOCIETA’ DEL FARE E DEL SAPERE
Dario Cusani, Sogno napoletano Napoli, 1996
“I 50 SINDACI” potranno rivolgersi al meglio delle professionalità napoletane per l’attuazione dei vari progetti nei settori SOCIO-ECONOMICO-CULTURALE coinvolgendo la popolazione e attuando una DEMOCRAZIA PARTECIPATA.
Solo così si potranno unire le due anime di Napoli che sono il Fare e il Sapere, impegnandosi a realizzare sia la BELLA NAPOLI sia una NAPOLI FELICE
Offrendo la propria professionalità a favore del bene comune, che è di tutti i cittadini napoletani, miglioreranno sia le condizioni di vita di chi ha maggior bisogno sia la vivibilità per tutti.
1) NAPOLI HA BISOGNO DEL GOVERNO NAZIONALE
Dopo la disastrosa esperienza delle liti tra il Governatore della Campania e il Sindaco di Napoli, che avevano dimenticato di guidare istituzioni in rappresentanza di cittadini, a Napoli sarà necessario che l’amministrazione, aderendo al progetto “I 50 SINDACI” dialoghi e collabori con tutte le Istituzioni, a cominciare dal Governo Italiano.
L’obiettivo sarà quello di risolvere la situazione debitoria non potendo la nuova amministrazione eletta accollarsi i debiti miliardari delle precedenti.
Debiti che il Governo Italiano potrà assorbire, per esempio, in una “bad company” riconoscendo a Napoli (sulla falsariga di quanto fatto per Roma Capitale) il ruolo di ex capitale di un Regno che con l’Unità d’Italia donò molto al Paese intero.
Primo passo per l’iter che potrebbe portare Napoli a diventare la Capitale culturale dell’EURO-MEDITERRANEO.
Potrà iniziare così un nuovo modello responsabile per gli amministratori comunali che, in caso deficit, ne risponderanno (per esempio) alla magistratura contabile, che verificherà la correttezza dell’operato.
Potranno così realizzarsi progetti necessari e a costi giusti con finanziamenti e tasse.
2) DISTRETTO DI ECONOMIA SOCIALE E SOLIDALE – DESS”
Il DESS è un’infrastruttura sociale avente lo scopo di migliorare
la vivibilità di un quartiere degradato e di creare posti di lavoro
per giovani disoccupati.
Un progetto pilota di civismo solidale per promuovere comunità
e cittadinanza di quartiere, per riqualificare in chiave ecologica
la vivibilità urbana, per creare occupazione giovanile attraverso:
• un nuovo modello di organizzazione civile
• una riforma del ‘welfare state’ con investimenti nell’economia verde
• una nuova centralità dell’economia e imprenditoria non profit
Nei rapporti tra Stato e mercato si tratta di una visione strategica
di cambiamento di lungo corso che parla alla città in ogni
sua articolazione, capace di indicare una direzione di marcia
(opera collettiva di riscatto), specie ai giovani e di offrire
opportunità di sviluppo, di lavoro al privato sociale imprenditoriale 2.0 (III E IV settore).
Il DESS vuole proporre un progetto politico e culturale ambizioso affinché possa essere realizzato di pari passo con il risanamento del territorio e con il risanamento sociale.
Un progetto capace di coinvolgere comunità di quartiere. Persegue ciò facendo leva sia su un modello di partecipazione dal basso che registra il protagonismo del civismo solidale e delle comunità di quartiere sia su una riforma del welfare state municipale che investe in progetti di riqualificazione ambientale e territoriale e d‘inclusione lavorativa.
3) MUNICIPALITA’ E DECENTRAMENTO
Le Municipalità rappresentano l’ente locale di maggiore vicinanza e prossimità al cittadino, attraverso il quale, con il nostro progetto, si attuerà subito il reale decentramento amministrativo, grazie al trasferimento di risorse dettato dalla Legge 142/90 e successive leggi e Integrazioni, ad oggi mai pienamente applicate.
Le Municipalità sono lo strumento ideale per fare manutenzione
di strade e verde con la divisione per strade e quartieri, con
squadre operative che hanno la possibilità di agire
velocemente e di identificare la catena diretta delle responsabilità.
I presidenti delle 10 Municipalità, eletti nel 2021, faranno parte
del gruppo I 50 SINDACI con nuove deleghe operative e risorse economiche a conferma del decentramento delle risorse.
Il decentramento consentirà al Comune di governare meglio i 3 milioni di abitanti della CITTÀ METROPOLITANA che gravitano su Napoli.
Dario Cusani, Il male assedia il bene (Napoli), 1997
PATTO CON GLI ELETTORI
I 50 SINDACI firmano dal notaio l’impegno verso gli elettori di rimanere solo amministratori di Napoli senza sfruttare l’immagine della città ai fini di una eventuale carriera politica nazionale.
Le Municipalità attueranno i progetti di rigenerazione urbana in chiave Smart City Comunità Intelligente.
Tali progetti saranno sottoposti al giudizio dei cittadini attraverso gli strumenti della democrazia digitale
Dario Cusani, Momenti di gloria, 1997
4) NAPOLI CAPITALE CULTURALE EURO-MEDITERRANEO
Uno degli obiettivi del progetto I 50 SINDACI è di
Ottenere il riconoscimento di “Napoli Capitale culturale
del Mediterraneo”.
Infatti, oltre a essere una capitale culturale, ha dal XIV secolo un’antica storia di Capitale del Regno delle
Due Sicilie e nel ‘700 – ‘800 anche Europea, insieme a Parigi.
A conferma sarà necessario suggellare il riconoscimento
con la creazione a Napoli di una sede ufficiale in uno dei tanti prestigiosi palazzi pubblici, così come Villa Rosbery a Posillipo, che rappresenta la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica esterna a Roma.
L’importanza internazionale del progetto sarà confermata da eventi nella Mostra d’Oltremare, recuperando il modello
architettonico del “ventennio”, in cui rappresentava il ruolo
coloniale dell’Italia, per riproporsi in quello nuovo e
strategico di cerniera tra Europa e Africa.
Lo scopo è quello di rafforzare una “unione” capace di risolvere importanti problemi come quello dei migranti, dell’instabilità politica e delle guerre.
Lo sviluppo economico-sociale-culturale dei paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo porterebbe un importante valore aggiunto anche all’Europa rafforzandola sullo scacchiere mondiale.
5) SICUREZZA SOCIALE PER UN FUTURO SENZA CAMORRA
Dario Cusani, La colomba con la pistola salva Napoli…, 2018
Molti secoli fa nel nostro Paese c’erano uomini che dominavano con i loro “eserciti” sui territori costringendo le popolazioni a pagare gabelle in cambio di protezione e di aiuti per il lavoro (agricoltura, commerci etc.).
Il Re, monarca assoluto, propose loro di entrare a far parte del Regno con le sue regole in cambio di titoli nobiliari che ufficializzavano il loro potere sui territori sui quali avevano Giurisdizione.
Oggi non c’è più un monarca assoluto, ma la democrazia Parlamentare che ha il dovere di combattere l’ILLEGALITA’ e in particolare a Napoli i “camorristi”.
Riteniamo che sarebbe fondamentale è il recupero di quei territori, soprattutto di periferia, che lo Stato ha abbandonato a se stessi facendo sì che germogliasse l’illegalità.
L’idea è scaturita dall’esempio di Pasqualino Mauri che nel 2018 si dissociò pubblicamente dal padre camorrista e dalla camorra grazie al suo percorso di crescita socio-culturale che gli ha fatto comprendere la legalità.
Così deve essere avviata la formazione dei bambini nei quartieri più degradati di Napoli dove creare strutture di aggregazione sportiva e culturale. La crescita di questi bambini con l’amore per la bellezza, la cultura e la conoscenza, sarà il miglior segnale di cambiamento per sottrarli a un futuro d’illegalità e spingere anche i loro genitori a seguirli nella legalità.
Questo è un progetto pubblico socio economico e culturale di RISANAMENTO UMANO POSSIBILE anche se lungo e faticoso.
6) SICUREZZA BENE COMUNE
La sicurezza della Città è una politica volta ad innalzare il livello di qualità della vita dei cittadini ed allontanare il pericolo della penetrazione della criminalità nello sviluppo del territorio.
Fondamentale è il coordinamento tra Stato, Regioni ed enti locali in materia di politiche pubbliche per la sicurezza integrata.
In questo contesto, assumono una particolare rilevanza gli strumenti di “prevenzione situazionale” che, attraverso un’accorta programmazione urbana, mirano a ridurre le opportunità a commettere reati.
Molto importante è la partecipazione dei cittadini alla ricostituzione della dimensione comunitaria e al miglioramento complessivo delle condizioni sociali, abitative e dei servizi (“prevenzione comunitaria”) e agli interventi di prevenzione sociale finalizzati al contenimento dei fattori criminogeni.
La mancanza di mezzi idonei, risorse e di percorsi di formazione adeguati rendono la Polizia molto meno efficiente rispetto a quello che la città di Napoli richiede, in considerazione anche del fatto che, con il passare degli anni, sono accresciuti i compiti e le attività della Polizia stessa.
A ciò si aggiunge una perversa, mancata sinergia con la Regione Campania, con la Prefettura e con il Ministero dell’Interno oltre a scarsi interventi per il concreto utilizzo di tutte le risorse umane ed economiche.
Una profonda riorganizzazione della polizia cittadina, oggi in un evidente stato di arretratezza organizzativa ed operativa, comporta un efficace controllo del territorio con conseguente legittimazione da parte della cittadinanza.
7) MOBILITA’ PUBBLICA E PRIVATA
Questo è un settore vitale per una città abbandonata a se stessa con assenza di vigili e un traffico sempre più congestionato a causa di mezzi pubblici insufficienti e la mancanza di “corsie – realmente – preferenziali” per BUS e TAXI.
Per migliorare la viabilità privata che inoltre farebbe un salto in avanti con le ROTATORIE sperimentate da decenni al centro-nord.
In aggiunta bisognerebbe attuare il “blood – trafic” prendendo ad esempio la circolazione sanguigna che non prevede semafori ma “confluenze” che allungano sì, ma di poco, il percorso, ma non tengono mai le auto ferme ai semafori che vanno eliminati, tranne in particolari incroci.
Nel progetto SMART CITY è previsto lo sviluppo del “car sharing” per ridurre le auto di proprietà parcheggiate
e inutilizzate sulle strade per molti giorni.
E in una citta come napoli è necessario creare continuità del trasporto BUS + Funicolari per collegare la Napoli di mare con quella di collina.
8) RIFIUTI – IL CONDOMINIO ECOLOGICO
Assieme al traffico, altro problema che tocca direttamente i cittadini è la raccolta dei rifiuti che riteniamo dovrebbe essere gestita dai condomini in coabitazione con Comune-Municipalità per ottenere una efficace differenziata che è una ricchezza con il riciclaggio di platica, carta e altre materie.
Iniziativa diventata oggi URGENTE sia per il rispetto dell’ambiente (vedi isola di plastica nel Pacifico!) che degli
sprechi di materie prime che l’economia mondiale non può più permettersi ma anche per la qualità della vita!
Infatti, il Recovery Plan prevede grandi finanziamenti per l’ambiente e l’ecologia. Si dovrà realizzare un ciclo positivo dei rifiuti cominciando dai cittadini fino a impianti ecologici, oggi perfetti, che evitano quello stoccaggio di rifiuti a cielo aperto che è uno scenario da INFERNO DANTESCO!
Questa visione incontrerà il rispetto dei napoletani sia per la loro meravigliosa città sia per propria la salute!
Tutto questo e altro significa anche posti di lavoro.
9) LAVORO
Posti di lavoro che saranno creati in primis per migliorare i SERVIZI AI CITTADINI e ridurre gli effetti negativi che subiscono direttamente ogni giorno sulla propria pelle.
Creare lavoro in settori non meno importanti come lo sviluppo della città con l’utilizzo del patrimonio pubblico abbandonato e inutilizzato che invece deve entrare nel circuito economico ed essere utilizzato gratuitamente da imprese sociali serie e senza fine di lucro che investono gli utili per dare aiuto ai bisognosi, e contemporaneamente lavoro, ai napoletani.
Lavoro e non il “posto” per non far nulla a chi non sa fare nulla!
Quindi sarà fatta formazione al lavoro.
La prospettiva è incrementare la produzione di BENI IMMATERIALI dei quali Napoli è ricca come hanno dimostrato gli ultimi anni con il turismo, il cinema, la cultura, i musei e tanto altro.
10) FINANZIAMENTI
Per creare posti di lavoro servono sia finanziamenti sia imprenditori che li utilizzino in modo EFFICACE-ETICO-ECONOMICO-ECOLOGICO.
I settori dove investire a Napoli sono quelli dell’edilizia (costruzioni, restauro, valorizzazione del territorio, impianti sportivi-culturali nelle periferie etc.) e dei BENI IMMATERIALI (salute, trasporti, turismo, ambiente, rifiuti, cultura, digitalizzazione, formazione arti e mestieri, istruzione etc.).
I finanziamenti ci sono come quelli Europei, quelli governativi (Recovery e BONUS 110%), fondi d’investimento privati e molto altro, più impegnativo è trovare IMPRENDITORI 4E che sappiano farne buon uso per i cittadini e con un giusto guadagno per loro.
Dario Cusani, il mare bagnava Napoli, 2006
11) RICOSTRUZIONE URBANA STORICA e CIVICA
E’ necessario realizzare interventi di restauro dei palazzi antichi (centro storico) e ricostruzione di quelli fatiscenti delle periferie (Pianura, Scampia, Ponticelli etc.).
LA CASA è un bene che tocca direttamente i napoletani!
Lo slogan LE MACERIE DEL NUOVO DOPOGUERRA sintetizza molto bene l’enorme lavoro da fare in una città abbandonata da decenni!
Il progetto comporta:
1) nuovi posti di lavoro diretti e nell’indotto
2) la creazione di un’economia diretta e indotta con un effetto
di rifrazione molto grande come già sperimentato nelle precedenti occasioni dal dopoguerra,
3) un segnale immediato di passare DALLE PAROLE AI FATTI con
un concreto RISVEGLIO di Napoli grazie agli interventi sul
DECORO URBANO che siano visibili subito.
S’inizierà dalle piccole cose migliorando l’esistente sia con il recupero degli arredi urbani che con il verde, con moderne illuminazioni di nuove zone pedonali da renderli vivibili durante il
lungo periodo estivo che bacia Napoli.
12) RIGENERAZIONE URBANA: Smart City, Comunità Intelligente significa infrastrutture digitali per lo Smart Working essenziali per una residenza di cittadini europei.
13) BENI IMMATERIALI
La Napoli industriale che produceva BENI MATERIALI da oltre un secolo ha in gran parte chiuso i battenti da decenni.
Nello stesso tempo non è accaduto che sia stato messo a sistema l’immenso patrimonio dei BENI IMMATERALI che ha come asse portante il turismo
nelle varie forme: culturale, enogastronomico, sportivo, archeologico e così via.
La mancata crescita economica a livello alto è dovuta alla mancanza d’iniziative in aiuto dei tanti singoli, bravi e a volte geniali operatori, artigiani, professionisti che producono meraviglie apprezzate nel mondo, ma non sono supportati da una rete digitale e un marchio tipo “Made in Naples” che promuova i prodotti a livello internazionale incrementando le vendite su mercati mondiali.
RIGENERAZIONE URBANA: Smart City, Comunità Intelligente significa infrastrutture digitali per lo Smart Working essenziali per una residenza di cittadini europei.
14) NAPOLI WORLD
Il principale valore dei napoletani è il TALENTO che riteniamo sia un “dono” che va scoperto dando opportunità al bambino di evidenziarlo.
Il TALENTO si esprime in tre modi: con il Corpo (sport), con la Mente (creatività tecnico-scientifica) e con l’Anima (creatività artistica), tutte e tre condizionate dal carattere (sognatore, pragmatico, tenace, riflessivo, intuitivo etc.).
Il tutto si forgia con l’educazione e l’esempio in famiglia e la formazione a scuola (due “contesti” da aggiornare…).
La CREATIVITÀ (fantasia, manualità, etc.) è quella che ha reso Napoli famosa nel mondo nel settore alimentare (la pasta, la pizza, il pomodoro etc.), in quello artistico (la canzone napoletana, la pittura nel 7-800, l’artigianato esempio le sete di S. Leucio) e tanti altri.
Tutte cose nate spontaneamente, ma che non hanno creato una ricchezza comune perché, nell’era moderna quando la concorrenza è diventata globale, non sono state messe a sistema com’è stato fatto nel centro-nord Italia e in altri paesi europei e in particolare negli USA.
Per questo si rende indispensabile la creazione del brand NAPOLI WORLD di proprietà dei napoletani, che potrebbe essere la somma dei brand di tutti i beni immateriali ma anche di tutti i quartieri (non solo i più “famosi” Forcella e la Sanità) con una sana competizione tra di loro!
A tutto ciò si affianca la creatività TECNO- SCIENTIFICA: un settore in cui aveva creduto il grande Adriano Olivetti che negli anni ’60 ha creato lo stabilimento di Pozzuoli, con l’idea che la bellezza del luogo favorisse il lavoro.
Negli ultimi 10 anni sono nati 2 “poli” di realtà scientifiche di rilevanza internazionale :
• Il Tigem di Telethon diretta da Andrea Ballabio, scienziato napoletano
https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/gli-istituti/istituto-telethon-di-pozzuoli-na/
• Il“polo” di San Giovanni a Teduccio hanno dato vita a una realtà napoletana denominata SILICON VALLEY d’Europa https://www.ceinews.it/rilanci/2019/7/9/napoli-la-silicon-valley-deuropa/
15) SPAZI INUTILIZZATI A NAPOLI (Comune, Regione, Curia, Min. Difesa etc.)
In Italia gli spazi inutilizzati sono oltre 725mila https://www.teknoring.com/guide/guide-edilizia-e-urbanistica/il-riuso-degli-spazi-pubblici-abbandonati-una-guida-per-orientarsi/
A Napoli esiste una delibera del 2014 del Comune di Napoli https://www.labsus.org/2014/05/napoli-gli-spazi-abbandonati-diventano-beni-comuni/ che fa il punto della situazione, ma non si sa che seguito abbia avuto.
L’idea nostra, diversa da quella dell’amministrazione De Magistris, è di affidare tali spazi NON a pagamento, ma gratuitamente a organizzazioni professionali SENZA FINALITA’ DI LUCRO con l’obbligo di creare lavoro, avviare attività sociali nel quartiere, bonificare zone degradate organizzando servizi (raccolta differenziata rifiuti, accoglienza migranti, servizi sociali ai cittadini bisognosi, sostegno psicologico, medico, alimentare, abitativo etc.), oltre a favorire la crescita culturale e sociale.
La Fondazione Cusani ONLUS ha già pronti i progetti (già attuati
a Roma dal 2008)
• LA MUSICA VA A SCUOLA,
• L’ARTE VA A SCUOLA
• CAROVANA ETICA
e il progetto pilota
• CITTA’ SENZA BARRIERE per i disabili da attuare Napoli
in una struttura pubblica per poi realizzarlo in tutta Italia.
Per info sui progetti richiedere a presidenza@fondazionecusani.it
16) MUSICA E ARTE PER INCREMENTARE IL TURISMO
La Campania è un museo a cielo aperto con oltre 223 strutture culturali pari al 17% del Mezzogiorno, decima tra le regioni italiane, ma è ancora migliorabile l’integrazione dei servizi e dei prodotti, con un potenziale economico ancora ampiamente inespresso.
La cultura fa crescere e cresce anche nei periodi di crisi e di difficoltà, sfidando le tradizionali leggi dell’economia. La musica e l’arte coniugate al turismo rappresentano una filiera per la Campania che produce ricchezza, diretta e indotta, in costante crescita.
Il successo della filiera culturale sulla musica è stata già sperimentata in casi concreti:
– la riscoperta e le esecuzioni di spartiti esistenti e conservati da più di 300 anni ha fornito l’oppotunità di riportati alla luce in forma di concerti in prima esecuzione mondiale
– il Festival Barocco Napoletano, nelle sale del MANN che ha coinvolto un folto pubblico con la musica del ‘700, in cui Napoli era il centro della musica nel mondo.
– l’insegnamento della musica ai bambini che non hanno la possibilità di studiare uno strumento e dell’arte, fonte di cultura. La Fondazione Cusani ONLUS ha creato progetti, come ‘La Musica va a scuola’ e ‘l’Arte va a scuola’ , già attuati a Roma dal 2008
ATTENDIAMO I CONTRIBUTI DEI CITTADINI NAPOLETANI
I 50 SINDACI hanno già avviato il contatto con le 10 MUNICIPALITA’ di Napoli per una ricognizione sul territorio per verificare lo stato dei luoghi, le istanze di chi ci vive e riportarle su questo sito. Plaudiamo alla iniziativa di La Repubblica… Napoli, dieci municipalità e un milione di storie (la Repubblica 16 febbraio 2021)
Il caso operativo del patrimonio musicale della Scuola Napoletana di Massimiliano Cerrito
Coordinatore di NAPOLI del FARE e del SAPERE e estensore del progetto I 50 SINDACI
L’impatto economico della cultura in Italia è stato spesso, negli ultimi anni, oggetto di polemiche, di ipotesi e posizioni contrapposte quasi sempre non basate su riscontri numerici e analisi approfondite.
Il ruolo dell’attivazione della filiere culturali della città di Napoli, oltre a fornire dati economici sull’impatto economico della cultura – settore che sfida con successo le tradizionali leggi economiche crescendo anche in periodi difficili, dimostrando quanto effettivamente vale;
Sono stati, infatti, analizzati i punti di forza e le aree di miglioramento del sistema culturale napoletano, nonché l’impatto economico che si genera sul territorio in ragione del continuo aumento della domanda culturale e di un flusso di visitatori che non si limiti al periodo estivo. Nello specifico si è cercato di comprendere e misurare le potenzialità di sviluppo economico legate alla valorizzazione del settore culturale in Campania ed in particolare nella provincia di Napoli, e di analizzare il ruolo delle attività culturali presenti in città nella realizzazione di tale potenziale.
I PUNTI CHIAVE CHE EMERGONO SUL SISTEMA CULTURA
La situazione nazionale
Tutto il Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone e produce una ricchezza di 92,2 miliardi di euro, il 6% della ricchezza prodotta in Italia, che a sua volta ne stimola altri 163,3 per arrivare a 255,5 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,6% del valore aggiunto nazionale, col turismo come primo beneficiario di questo effetto volano.
Negli ultimi 10 anni disponibili (2006 e 2015), il totale dei visitatori di beni culturali e storici italiani è cresciuto del 76,3%, e nei cinque anni fra 2011 e 2015, nonostante la grave crisi economica del periodo, del 6,4% (evidentemente, il rallentamento della crescita negli ultimi quattro anni ha comunque risentito della crisi, nonostante il fatto che il mercato abbia continuato ad espandersi). Il numero dei visitatori più alto si registra per i musei (59.598 pari al 54% del totale visitatori).
Le dinamiche più forti di crescita riguardano il segmento delle aree o parchi archeologici, seguite da musei, gallerie e raccolte. Il rallentamento nella crescita degli anni della crisi va anche collegato all’espansione del circuito privato e di valorizzazione “market” dei beni museali. Infatti, l’incidenza dei visitatori a titolo gratuito sul totale dei visitatori di musei e istituti similari diminuisce rapidamente, in meno di dieci anni, passando dal 30% a meno del 21%. C’è quindi un processo di “imprenditoria della cultura” sempre più rilevante, che è anche l’effetto di difficoltà finanziarie crescenti, da parte dello Stato, nel gestire i beni culturali in modo totalmente gratuito, oltre che della volontà di creare un circuito economico ed occupazionale per tali risorse.
Anche l’offerta culturale cresce seguendo andamenti in linea con quelli riscontrati per la domanda. Crescono in modo particolare i musei e le gallerie specializzati in arte fino all’Ottocento e soprattutto le aree ed i parchi archeologici.
L’offerta è costituita prevalentemente da musei (4.158) che rispetto al 2016 rilevano 749 unità aggiuntive vale a dire una crescita del +22%. In termini tipologici, prevalgono i musei d’arte, che fra 2011 e 2015 crescono di 247 unità, ovvero del 29,5%, una dinamica alimentata soprattutto dai musei e gallerie specializzati in arte fino all’Ottocento.
Ma l’offerta che cresce più rapidamente nel periodo 2006-2015 (+118,6%) è quella delle aree o parchi archeologici che è infatti anche la tipologia di bene che, come si è visto, vede accrescersi in modo più dinamico la domanda. Viceversa, i monumenti e complessi monumentali diminuiscono di circa un terzo (anche se dopo il 2011 vi è una ripresa del numero di tali beni) parallelamente ad un tasso di incremento dei visitatori più lento, ed addirittura decrescente dal 2011 in poi. In un certo senso, si ha la netta sensazione che l’offerta di beni culturali crei la propria domanda, la cui dinamica tende ad allinearsi a quella del numero di strutture disponibili.
In un Sud che è un museo a cielo aperto la Campania, grazie alla presenza di una grande area metropolitana come Napoli, si presenta come un vero e proprio hub della cultura con una grande stabilità di strutture disponibili al pubblico. Ma è ancora migliorabile l’integrazione dei servizi e dei prodotti, evidenziando un potenziale economico dell’offerta culturale campana ancora ampiamente inespresso.
L’analisi dell’offerta culturale e museale campana evidenzia un assetto stabile e consolidato: 223 strutture culturali pari al 17% del Mezzogiorno, terzo valore più alto nel Sud, dopo Sicilia e Sardegna, e decimo in Italia. Ciò che ancora non è sufficiente nella regione è il livello di integrazione dell’offerta che consente a ciascun istituto di beneficiare anche dell’attrattività degli altri istituti. La percentuale di strutture appartenenti ad un circuito museale integrato è del 25,6%, inferiore al dato meridionale (33,1%) e nazionale (45,9%).
La regione poi si contraddistingue per una elevata percentuale di istituti museali ad eccesso gratuito (57,1%); ciò se da un lato svolge una funzione sociale dall’altro sottrae risorse necessarie per un ulteriore miglioramento manutentivo, restaurativo o espositivo del patrimonio visto anche che diverse strutture sono aperte continuamente per tutto l’anno e quindi particolarmente costose. Oltre al core business, i musei offrono una serie di servizi accessori. In un certo senso, l’attività scientifica e tecnica che ruota attorno ad un museo è ben rappresentata nella regione (servizio di archivio, restauro, ricerca, convegnistica), mentre manca qualcosa in termini di promozione/fruibilità (la presenza di siti web, sotto il primo aspetto, le strutture per disabili, per il secondo) e di servizi di leisure accessori (ristorazione). Evidentemente, una relativa carenza dei citati servizi incide negativamente sulla capacità attrattiva e sul bacino di mercato delle strutture museali campane. Sono elementi sui quali lavorare, in termini di investimenti, per migliorare la dotazione.
Il livello di offerta culturale campano, benché stabile, dà luogo ad una crescente attenzione per i visitatori che nell’ultimo quinquennio crescono più del dato meridionale e di quasi sei volte quello nazionale, ma ci sono ancora dei margini di sviluppo, soprattutto nel settore non statale, sia pubblico che privato.
Cresce del 35,4% il numero dei visitatori dei musei ed istituzioni similari fra il 2011 e 2015, una dinamica superiore al dato meridionale (20,5%) ed al dato nazionale (6,4%). L’Indice di riempimento delle strutture è elevato (46,5%) ed in crescita (+32,3%), garantendo un posizionamento di mercato del prodotto culturale campano prestigioso. Tuttavia se nel comparto statale, per numero di istituti la Campania è la quarta regione italiana (dopo Lazio, Sicilia e Toscana) e il suo indice specifico di domanda (visitatori per istituto: 147) è pari a più del doppio della media meridionale, in quello non statale, la Campania scivola al tredicesimo posto fra le regioni italiane ed il suo indice specifico di domanda (16,9), pur rimanendo più alto delle medie del Sud e del Paese, è però a queste più vicino.
È quindi nel segmento degli istituti non statali, pubblici e privati, che vi sono i margini per un ulteriore potenziamento dell’attrattività culturale della regione. Ad iniziare dal ruolo di sponsorizzazione culturale che può svolgere il privato, tramite le fondazioni bancarie, ad esempio, per legge preposte a questo tipo di attività. Sia aumentandone il numero sia, e soprattutto, potenziando la capacità di attrazione di quelli già esistenti, con politiche mirate di marketing culturale e di miglioramento dell’offerta.
Napoli presenta una assoluta centralità nel panorama storico-culturale ed artistico meridionale ed è baricentrica in termini di attrattività, rafforzando il binomio turismo-cultura.
L’offerta culturale-museale si articola in 85 istituti (28 istituti statali di antichità e arte e 57 istituti non statali) pari al 38% dell’offerta campana complessiva, percentuale che sale al 46,7% se si considerano gli istituti statali. In riferimento alla domanda, ben il 75% dei visitatori di istituti ubicati in Campania è assorbito dalla provincia di Napoli, dimostrando di essere il perno essenziale del mercato culturale della regione. Dall’analisi di bilancio delle imprese che svolgono “attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali” quelle ubicate nella provincia di Napoli presentano delle performance positive sia in termini di crescita del fatturato nel periodo 2007-2016 che di redditività migliori anche del dato meridionale e nazionale.
L’attrattività culturale della provincia spinge la domanda turistica che negli ultimi anni ha registrato un importante sviluppo collocando Napoli tra le province d’Italia più visitate (8° posto): quasi 3,9 milioni di turisti per 13,2 milioni di giorni di presenza con una permanenza media di 3,4 giorni (Italia 3,4 giorni). Sul trend positivo della domanda turistica napoletana ha inciso sia la componente italiana che quella straniera. In particolare, la continua e cospicua crescita dell’attrattività internazionale della provincia ha fatto si che quest’ultima raggiungesse il 55,1% delle presenze totali della provincia (Italia 50,1%), superando difatti già la quota del 50%. Ciò significa che oggi il turismo nella provincia è alimentato soprattutto dagli stranieri, più di quanto non avvenga nelle altre aree geografiche, una vocazione che è in continua crescita negli anni (era 45,6% nel 2009).
I risultati positivi del settore culturale determinano rilevanti ricadute economiche sul territorio campano e napoletano, inoltre sono il segno, oltre che, ovviamente, di una offerta di grande qualità anche di politiche regionali e locali di promozione dell’offerta culturale efficaci e quindi sempre più sensibili alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale.
Il turismo è quel settore più vicino alla cultura che ne mette in risalto l’aspetto economico. Dall’elaborazione regionale e provinciale del Centro Studi Unioncamere Emilia-Romagna si stima per la Campania un valore aggiunto turistico diretto di 5.052 mln di €, pari al 5,5% del totale economia che genera a sua volta un valore aggiunto indiretto di 5.126 mln di €, arrivando ad un valore complessivo della regione è di 10.178 euro, pari all’11% del valore aggiunto economico della Campania. Con tale cifra, la regione si posiziona al primo posto nel Mezzogiorno ed al settimo in Italia per ricchezza economica generata dal turismo.
Ma quali sono le potenzialità economiche del turismo? Sicuramente importanti come dimostra l’effetto economico generato dal moltiplicatore di presenze turistiche in località culturali, potenzialità che crescono laddove si punta su un sistema turistico integrato.
Occorre poi considerare l’effetto economico generato dell’incremento di presenze turistiche: dagli studi di SRM si stima che la Campania, a parità di spesa, per ogni presenza aggiuntiva nella regione, genera 109,4 euro di VA (valore superiore al dato medio meridionale di 70,8 euro e nazionale di 103,4 euro). A ciò si aggiunge che la capacità endogena di creazione di ricchezza, in relazione all’aumento di presenze turistiche, cambia in base alla tipologia di turismo. Considerando proprio il turismo culturale la ricchezza attivata da un soggiorno aggiuntivo in Italia, da 103,4 euro sale a 105,4 euro, in Campania si arriverebbe a 110 euro.
È evidente che lo sviluppo di un sistema turistico “integrato” (balneare, culturale, enogastronomico, montano, folkloristico, ecc.) che sfrutti le sinergie organizzative e «produttive» con i settori attigui accresca la potenzialità economica del turismo. Il rilancio e consolidamento della filiera allargata del turismo fino a cultura ed enogastronomia rientra tra le linee guida strategiche per lo sviluppo del settore turistico individuate dal Governo con il Piano Strategico del Turismo 2017-2022.
Oltre al binomio cultura-turismo, un’altra importante relazione è quella cultura-territorio.
La cultura favorisce la crescita del territorio ma è anche vero che un territorio sano, con una buona qualità degli spazi pubblici genera un’immagine positiva che valorizza la cultura. Attualmente si è visto che l’Italia si caratterizza per il maggior numero di siti inclusi nella lista dei Patrimoni dell’Umanità e accanto alla storia, ai borghi, alle piazze, alle bellezze naturali, può offrire anche la forza della contemporaneità, attraverso i brand industriali evocativi, l’enogastronomia, lo stile, la moda, l’Italian way of life. Se leggiamo però le classifiche sulla competitività turistica, l’Italia non gode di un buon posizionamento in quanto diversi fattori di contesto ne condizionano fortemente la capacità di attrarre flussi turistici. La mancanza di infrastrutture chiave, come aeroporti, porti, alta velocità, ma anche la scarsa manutenzione del territorio, il dissesto idrogeologico, la poca cura degli agglomerati urbani, la percezione di una eccessiva criminalità nelle città, il basso livello dei servizi pubblici locali, l’inadeguatezza dell’infrastrutturazione digitale, sono tutti elementi che contribuiscono a ridurre sensibilmente l’appeal turistico del territorio italiano.
ALCUNI SPUNTI CONCLUSIVI
Il patrimonio culturale napoletano, campano e meridionale è estremamente ampio e diversificato, molto attrattivo ma anche fortemente frammentato. In termini di rapporto fra visitatori ed abitanti residenti, Napoli è solo settima fra le province meridionali, superata da alcune province siciliane. Pertanto, e proprio in considerazione del suo ruolo propulsivo come centro dell’offerta campana, ci sono ancora margini di miglioramento nei confronti dei concorrenti diretti del Sud, con specifico riferimento al segmento degli istituti non statali, che presenta evidenti fattori di ritardo in termini di attrazione.
Come dimostra l’impegno dal Festival Barocco Napoletano e dalla sua attività con il MANN attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale richiede dunque precise azioni volte a mettere a sistema le singole potenzialità presenti, che, da sole, non sono in grado di generare le attese ricadute economiche ed occupazionali ed innescare in tal modo un meccanismo di sviluppo territoriale duraturo. Occorre cioè attivare un meccanismo virtuoso in grado di connettere ricchezza artistica e museale e sviluppo economico-territoriale.
La competitività di una destinazione turistica, infatti, dipende da un insieme complesso di elementi in gioco, in particolare dall’interazione tra le forze del macroambiente (economiche, sociali, ambientali, ecc), che non sono controllabili dai destination manager, e le forze del microambiente, vale a dire l’insieme di soggetti interni ed esterni al territorio che influenzano direttamente e che possono essere a loro volta influenzati da chi governa la destinazione turistica.
Per quanto riguarda le politiche possibili per il settore, va rilevato come la Regione ponga già attenzione specifica al patrimonio culturale, utilizzando il PO FESR, con un finanziamento di 118,76 mln di euro, al fine di promuovere la valorizzazione culturale. Tale intervento va però, da un lato, reso selettivo e dall’altro organico. Si propone quindi di adottare, in linea con quanto già fanno alcune Regioni (ad es. la Toscana) un piano regionale pluriennale per la cultura, che includa tutti i segmenti rilevanti (musei, archivi e biblioteche, beni archeologici, festival e manifestazioni). Una simile scelta conferirebbe certezza dei finanziamenti su un arco temporale superiore all’anno, una prospettiva di policy di medio periodo, e consentirebbe di rendere selettive le politiche. E andrebbe data priorità alle aree interne, a beni poco valorizzati, anche prima del finanziamento diretto all’istituto, mediante opportune politiche di promozione di tali beni, sconosciuti, presso i mercati potenziali, integrandoli dentro itinerari turistici che partano dai beni-attrattori (quelli più rilevanti in termini di presenze) e si diramino verso quelli ancora poco visitati.
Andrebbe poi posto rilievo ai servizi accessori e in particolare a quelli che sono risultati essere insufficienti, in termini di dotazione, rispetto alla media nazionale finanziandone la realizzazione e poi andrebbe posto rilievo alla promozione dell’offerta culturale campana con opportuni investimenti di marketing, ma anche con accordi specifici con i tour operator, volti ad inserire nei pacchetti anche l’offerta meno valorizzata della regione.
Un Caso concreto – L’attivazione della filiera culturale sulla Musica.
Tutto nasce a Napoli nel ‘700 dove l’industria più importante è quella ‘culturale’: quattro Conservatori e più di trecento Maestri svilupperanno la Scuola Musicale Napoletana Barocca che influenzerà e dominerà il gusto delle corti europee e dei musicisti del futuro.
Mozart, Haydn, Beethoven prenderanno lezioni ed attingeranno ispirazione dai nostri Maestri: Paisiello, Scarlatti, Durante, Luchesi, Anfossi per citarne solo alcuni. Lo stesso Mozart scrive nel 1765: “Adesso la questione è solo: dove posso avere più speranza di emergere? Forse in Italia, dove solo a Napoli ci sono sicuramente 300 Maestri, o a Parigi, dove circa due o tre persone scrivono per il teatro e gli altri compositori si possono contare sulle punte delle dita?”.
Oggi l’industria culturale napoletana ha una occasione unica per far emergere i propri meriti e i propri valori fondanti: la riscoperta e le esecuzioni di spartiti esistenti e conservati all’interno dei nostri Fondi Musicali (conservatorio San Pietro a Majella, Gerolamini, San Domenico Maggiore,) da più di trecento anni, saranno riportati alla luce nella chiesa di Via Duomo un Piazza delle Crocelle ai Mannesi in forma di concerti in prima esecuzione mondiale.
In particolare l’intento principale del Festival Barocco Napoletano è quello di divulgare e diffondere nel grande pubblico il valore della musica del ‘700 Campano, secolo in cui Napoli era il centro della musica nel mondo, non più come ripescaggio di una tradizione ormai scomparsa, piuttosto come punto di partenza di sviluppi ed influssi sulle forme compositive ed esecutive della musica dei secoli successivi.
Premesso che:
Esiste una Collaborazione tra il MANN e il Festival Barocco Napoletano che ha introdotto e divulgato la Musica della Scuola Musicale Napoletana all’interno delle attività del Polo Museale Archeologico, possono riassumersi in:
– Realizzazione di un prodotto culturale di qualità scalabile e integrabile anche in altri contesti legati alla filiera MANN/Conservatorio SPM/FBN;
– Risultato di comunicazione eccellente per un attività pensata congiuntamente in un percorso legato alla finalità del Museo di aprirsi alla città di dare sviluppo e visibilità del patrimonio culturale presente;
– Ampio Successo di pubblico ottenuto dalle grandi presenze di visitatori partecipanti ai momenti musicali proposti.
Il FBN ponendosi come obiettivo la rinascita e la diffusione della Scuola Musicale Napoletana propone al MANN di definire un Accordo di Collaborazione con il Conservatorio SPM, luogo per vocazione custode della tradizione della Musica della Scuola Napoletana e detentore del patrimonio musicale della Campania, per dare vita ad una serie di attività che seguono il fine del Progetto Culturale del Festival Barocco.
Tutto ciò apre le porte a nuovi scenari di collaborazione che possono passare attraverso nuove attività da svilupparsi tra il MANN e il Conservatorio SPM luogo principale per la diffusione e la conservazione della Musica della Scuola Napoletana, utilizzando il FBN come agente di divulgazione di questa iniziativa. In particolare:
– Sviluppare percorsi di archeologia musicale, partendo dal patrimonio culturale presente nel Conservatorio SPM e nel MANN, in Campania e nella Filiera musicale che coinvolge la Musica Barocca Napoletana, i suoi luoghi, i suoi documenti e i suoi artisti, da proporre in luoghi titolati ad ospitare queste forme di prodotto culturale (Musei italiani ed esteri, Conservatori italiani ed esteri, Istituti e enti culturali Italiani e esteri). Tutto ciò con l’obiettivo di accrescere la visibilità, le attività di scambio e le entrate per l’incremento dei Budget economici del MANN e del Conservatorio SPM, dei prodotti Culturali della Città di Napoli per attrarre nuovi visitatori e contestualmente organizzare con il Festival Barocco Napoletano eventi fuori dal territorio di origine diffondendo e divulgando “il Progetto Culturale” iniziato da Carlo di Borbone nel Mondo: Archeologia; Scuola Musicale Napoletana/Sistema dei Conservatori; Arte e Artigianato.
– Attivare le nuove strutture presenti nel MANN in supporto ed affiancamento al Conservatorio SPM per restaurare strumenti ed opere d’arte presenti in entrambe le istituzioni; mettere a fattor comune le stesse opere d’arte con tema: strumenti e musiche; avviare percorsi di recupero e restauro dei manoscritti originali presenti nella biblioteca del SPM per sviluppare un ciclo di restauri e successive esecuzioni musicali delle partiture catalogate, restaurate e portate in linea per gli strumenti moderni al fine di essere eseguite. Definizione di cartelloni festivalieri per prime esecuzioni musicali in tempi moderni, prevedere stabili Festival Musicali gestiti dal Festival Barocco Napoletano, Master Class ed eventi culturali rilevanti legati alla musica e agli scambi in Musei e Conservatori esteri nel solco delle visite storiche fatte dai Musicisti della Scuola Napoletana presso le corti mondiali e i Paesi frequentati per scambi musicali.
Tra le prime attività sviluppabili:
– avviare presentazioni in altre istituzioni culturali di ciò che è stato fatto tra il MANN e il FBN, diffondendo la formula Festival Barocco Napoletano e della Scuola Musicale Napoletano, insieme adesso anche al Conservatorio SPM;
– sviluppare Concerti nelle sedi delle due organizzazioni e appena pronto portare il Festival Barocco Napoletano all’interno del nuovo Auditorio del MANN.
– mostre congiunte nelle sedi del MANN e del Conservatorio;
– mostre itineranti del Museo MANN o altre finalità dello stesso MANN (ad esempio MANN all’Ermitage, MANN in visita in altri musei archeologici, in altre realtà del mondo…);
– sviluppare un ipotesi di MUSEO VIRTUALE DELLA MUSICA ANTICA NAPOLETANA a partire dagli scavi di Pompei ed Ercolano fino al periodo d’oro del ‘700 napoletano.
Idea Esecutiva
Realizzazione di uno Polo Culturale della Musica Campana dedicato alla esecuzione, presentazione e divulgazione del patrimonio musicale Campano in particolare della Scuola Musicale Napoletana e delle realtà collegate ad essa, fino ad interessare il patrimonio culturale della canzone classica dell’800-900.
Soggetti Realizzatori
FESTIVAL BAROCCO NAPOLETANO Con il supporto del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli dei suoi giovani allievi, del Museo Archeologico Nazionale di Napoli MANN, il complesso monumentale dei Gerolamini, il polo culturale dei Vincenziani e infine del Teatro di San Carlo quale player e produttore delle opere e concerti da mettere in scena in prime assolute mondiali e repliche a seguire.
Attività Operative:
Sedi ipotizzate:
Albergo dei Poveri, Teatro di San Carlo, Palazzo Reale di Napoli.
Per Riferimenti progettuali e contatti:
Massimiliano Cerrito Founder/President – Festival Barocco Napoletano mcerrito@libero.it tel. +39 3357190508
https://domenicoscarlattiuberalles.wordpress.com
https://www.youtube.com/channel/UCS2ayWo85fpScCmdX7gvydw?view_as=subscriber
https://www.facebook.com/Associazione-Festival-Barocco-Napoletano-887938171324891/
https://www.facebook.com/groups/943294505746581/ presidenza.fbn@libero.it
ORGANIZZAZIONI IN CONTATTO CON LA FONDAZIONE (O DA CONTATTARE)
ACCOGLIERE AD ARTE (cultura) Presidente Laura Fusca
ADSI ASS. DIMORE STORICHE Presidente Campania Marina Colonna Amalfitano
AGRIGIOCHIAMO Responsabile Giuseppe Orefice (segnalata da Campania Bimbi)
ASSOCIAZIONE ANIME PEZZENTELLE (socio-culturale) Presidente Francesca Amirante
ASSOCIAZIONE ARTI E MESTIERI (formazione) Responsabile Rosario Bianco
ASSOCIAZIONE EUDORA (socio-culturale) Presidente Francesco Sangiovanni (Elio D’Anna)
ASSOCIAZIONE FORCELLA (musica) Referente (da Enzo De Paola)
ASSOCIAZIONE SĀKSHI (incubatori – sociale) Presidente Vas Shenoy
ASSOCIAZIONE RAGAZZI SCAMPIA (musica) Presidente Maria Gelsomina Astarita (Enzo De Paola)
ASSOCIAZIONE VERGINI (musica) Referente (Enzo De Paola)
A VOCE ALTA (socio culturale) Presidente Marinella Pomarici
ASSOGIOCA Presidente (infanzia sociale) Presidente Gianfranco Wurtzburger
CAMPANIA BIMBI (infanzia sociale) Presidente Margherita Rizzuto
COMMUNITY NAStartUp – ideatore, fondatore e driver Antonio Prigiobbo
CORO ROCCATAGLIATA (musica) Direttore Giuliana Roccatagliata
DIAMO UN CALCIO ALLA SCUOLA (infanzia sport) Presidente Vincenzo Napoletano
DARE FUTURO ONLUS (sociale) Presidente Roberto Pennisi
FAI CAMPANIA (ambiente) Presidente Michele Pontecorvo
FESTIVAL BAROCCO NAPOLETANO (musica) Presidente Massimiliano Cerrito
FONDAZIONE MEDITERRANEO (museo-arte-musica) Presidente Angelo Capasso
FONDAZIONE NAPOLI 99 (socio culturale) Presidente Mirella Barracco
FONDAZIONE PAVESI (sociale) Presidente Maurizio Pavesi
FONDAZIONE POLIS (sociale) Ex Presidente Paolo Siani
FREMM (centro culturale) Presidente Paola Pozzi
INSIEME PER NAPOLI (politica) Amministratore Gaetano Brancaccio
I SITI REALI E RESIDENZE (varie) Alessandro Manna (segnalato da Campania Bimbi)
ISTITUTO ITALIANO STUDI FILOSOFICI (cultura) Presidente Massimiliano Marotta
KAPLAN (centro d’arte) Presidente Nathalie de Saint Phalle
L’ALTRA NAPOLI ONLUS (socio-culturale) presidente Ernesto Albanese
LANIFICIO 25 (centro socio-musicale) Presidente Franco Rendano
MUSEO DEL MARE Direttore Antonio Mussari
MUSEO FILANGIERI (associazione Amici) Presidente Piera Leonetti
MUSEO SAN MARTINO (associazione Amici) Presidente Dario Cusani
MUSEO TESORO DI SAN GENNARO Presidente Riccardo Carafa
NOI CITTADINI PER NAPOLI (accoglienza) Presidente Angelo Colella
OLTRE IL CHIOSTRO Associazione di Persone e Progetti di Giuseppe Reale
ORCHESTRA CENTRO HURTAGO (musica) Referente Francesca Avitabile Porzio
ORCHESTRA QUARTIERI SPAGNOLI (musica) Presidente Enzo de Paola
ORCHESTRA SANITANSAMBLE (musica) Direttore Maurizio Baratta (animatore Padre Loffredo)
ORCHESTRA SCALZABANDA (musica) Coordinatrice Marta Porzio
PALAZZI STORICI Presidente Sergio Attanasio
PIANO CITY NAPOLI (musica) Presidente Marco Napolitano
PIETÀ DEI TURCHINI (musica) direttore Federica Castaldo
POLITICA INSIEME di Alfonso Barbarisi
RETAKE Napoli (sociale) Presidente Daria Brancatisano
RINASCIMENTO PARTENOPEO (politica) Presidente Riccardo Guarino
RI-COSTITUENTI (politica) Referente Luciano Stella
TIGEM TELETHON (scienza) direttore Andrea Ballabio
VIVOANAPOLI (sociale) Presidente Emilia Leonetti
NAPOLI CAPITALE EURO-MEDITERRANEO
con Genova, Cagliari, Palermo, Bari, Ancona, Venezia, Trieste
PETIZIONE DEI CITTADINI NAPOLETANI E ITALIANI
NAPOLI CAPITALE EURO – MEDITERRANEO
La Fondazione Cusani ONLUS ideatrice e curatrice del Progetto ”I 50 SINDACI” per la rinascita di Napoli chiede ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato Italiani e al Presidente del Parlamento Europeo, che venga valutata la richiesta Identitaria di “Napoli Capitale Euro Mediterraneo – Città di Pace e Giustizia”, nel rispetto della legislazione vigente in materia Petizioni.
La Fondazione Cusani ONLUS, interprete del contenuto dei Valori Storici, Culturali, Etici fondanti lo Statuto del Comune di Napoli, ritiene che gli articoli 1-2-3 rappresentino la volontà identitaria della comunità napoletana di tornare ad essere Capitale nel Mediterraneo e sono quindi detti articoli il contenuto che sostiene la Petizione.
Statuto Comune di Napoli Testo approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 1 del 16.10.’91 (BURC del 14.01.’92 – V suppl. al n. 2 del 13.01.’92), e successivamente rielaborato a seguito degli adeguamenti alle disposizioni contenute nella legge 25 marzo 1993, n. 81 (BURC del 26.09.’95 – I suppl. al n. 46 del 25.09.’95).
Sottoposto ad ulteriori modifiche con deliberazioni consiliari n. 15 dell’11 febbraio e n. 21 del 16 febbraio 2005 e ripubblicato, per le sole parti modificate, sul BURC n. 28 del 30.05.2005;
deliberazione consiliare n. 19 del 30 marzo 2006 con ripubblicazione, per la sola parte modificata, sul BURC n. 22 del 15.05.2006;
deliberazione consiliare n. 24 del 22 settembre 2011 con ripubblicazione, per la sola parte modificata, sul BURC n. 1 del 02.012012;
deliberazione consiliare n. 29 del 31 luglio 2012 con ripubblicazione, per la sola parte modificata, sul BURC n. 73 del 26.11.2012;
deliberazione consiliare n. 7 del 20 marzo 2017 con ripubblicazione, per la sola parte modificata, sul BURC n. 51 del 26.06.2017
Art. 1
1.Il Comune di Napoli cura gli interessi e promuove lo sviluppo della comunità insediata nel proprio territorio, assumendo a valore fondamentale la tutela della persona umana e cooperando con lo Stato e con gli altri soggetti di autonomia.
2.Il Comune di Napoli opera nello spirito della identità storica napoletana nel contesto nazionale ed internazionale.
3.Il Comune di Napoli, quale città europea e del mondo, fa propri gli intenti della Carta Europea e delle Autonomie Locali e opera per la sua attuazione.
Art. 2
1.Lo statuto è la carta fondamentale del Comune e della comunità napoletana.
2.Lo statuto organizza il Comune secondo i principi dell’efficienza, efficacia e trasparenza dell’azione amministrativa, del decentramento, della partecipazione e della programmazione.
3.Il Comune di Napoli è titolare di autonomia statutaria, regolamentare e finanziaria, nel rispetto dell’unità ed indivisibilità della Repubblica, e nell’ambito dei principi fissati dalla Costituzione e dalle leggi.
Art. 3
1.Il Comune di Napoli:
a)informa la sua azione ai valori della libertà, della uguaglianza, della solidarietà;
b)opera per superare le discriminazioni esistenti e per determinare le effettive condizioni di pari opportunità;
c)opera e promuove iniziative tese alla tutela della natura e di tutte le specie viventi.
2.Il Comune di Napoli, anche al fine di tutelare le generazioni future, riconosce i beni comuni in quanto funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona nel suo contesto ecologico e ne garantisce il pieno godimento nell’ambito delle competenze comunali.
3.Il Comune di Napoli consolida e sviluppa il ruolo di Napoli città d’Europa e del Mediterraneo, promuove la cooperazione e lo scambio tra i popoli conformemente alle tradizioni storiche proprie della città, alle sue risorse culturali, ed alla sua natura di comunità aperta.
Il Comune di Napoli si impegna a favorire iniziative dirette al superamento della questione meridionale.
4.Il Comune riconosce alla Città di Napoli il ruolo di “Città di Pace e Giustizia” a vocazione mediterranea e solidaristica, rispettosa dei diritti fondamentali di ciascuno, convinta che il disarmo, lo sviluppo umano e la cooperazione internazionale sono indispensabili per il rispetto dei principi della giustizia sociale e dell’interdipendenza e indivisibilità di tutti i diritti umani: economici, sociali, civili, politici, culturali;
La Fondazione Cusani ONLUS ritiene e auspica con la Petizione che il Focus identitario di Città Capitale sia la condizione essenziale per Napoli del suo Rinascimento di “Urban Green Cites” oggi attuabile con lo strumento di una spesa virtuosa delle risorse europee Next Generation cosi come scritto nel documento MEF Governo Italiano
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR è lo strumento per cogliere la grande occasione del Next Generation EU e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa. Un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l’impatto economico e sociale della pandemia e per costruire un’Italia nuova, intervenendo sui suoi nodi strutturali e dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali del nostro tempo e del futuro.”
La Fondazione Cusani ONLUS s’impegna ad attuare la volontà della Comunità Napoletana di Napoli Capitale Euro Mediterranea con lo strumento della Democrazia Partecipata attraverso la sottoscrizione della Petizione dei Cittadini, delle Università, dei Centri di Ricerca, delle Associazioni, delle Fondazioni, delle Organizzazioni Sociali, degli Ordini Professionali e dei Sindaci Italiani delle Città Capoluogo di Regione bagnate dal Mediterraneo e dei Centri Culturali Europei e Mediterranei
Napoli 2 giugno 2021
Primi Firmatari
Dario Cusani presidente Fondazione Vittorio Acocella V. Presidente Fondazione Massimiliano Cerrito coordinatore “I 50 SINDACI” Carmine Arnone componente Davide Barba componente |
Clarissa Campodonico componente GiunoD’Ecclesiis componente Carlo Ercolino componente Diana Kuhne ufficio stampa Franco Malvano componente |